Riceviamo la segnalazione del sig. Antonio Dal Cin, un Uomo che lotta.
“Ho quarantacinque anni, tre figli di cui due in tenera età
di sette anni e diciassette mesi, e morirò tra poco. Sono malato di asbestosi,
avendo prestato servizio per lunghi anni in esposizione a polveri e fibre di
amianto, in assenza di strumenti di prevenzione tecnica e di protezione
individuale.
Per quasi un quarto di secolo ho indossato la divisa delle
Fiamme Gialle e oggi La imploro affinché si prosegua l'attività di bonifica
delle caserme e non si lascino soli gli orfani”.
L'appello disperato arriva da Antonio Dal Cin, militare
della Guardia di Finanza in congedo, riformato in seguito all'insorgenza di una
patologia asbesto correlata, ossia dovuta all'esposizione all'amianto, dopo
aver prestato servizio prima in Veneto e in Friuli Venezia Giulia poi a
Sabaudia. Ed è indirizzata al Comandante Generale della Guardia di Finanza,
Saverio Capolupo, che ha recentemente ammesso la presenza di amianto
all'interno di numerose caserme, e di aver iniziato l'attività di bonifica.
Lucido e pronto ad affrontare la morte, assistito
dall'Osservatorio Nazionale Amianto, chiede al Comando Generale di non fermare
l'operazione di decontaminazione indispensabile per salvare le vite dei
colleghi che ancora non si sono ammalati, e di avere cura degli orfani dei
molti militari che negli anno hanno contratto, come lui, malattie
professionali.
Preg.mo Sig.
Comandante Generale,
sono il Sig. Antonio
Dal Cin, nato a Crema il 25.09.1969, e residente in Via Zara n. 10, Sabaudia
(LT), e sono un finanziere in congedo per riforma in seguito ad insorgenza di
patologia asbesto correlata di origine professionale, avendo prestato servizio
per lunghi anni in esposizione a polveri e fibre di amianto, in assenza di
strumenti di prevenzione tecnica e di protezione individuale.
Ho appreso dagli atti
parlamentari, e in modo particolare dalla replica del Ministero dell’Economia e
delle Finanze, ma anche dalla mia quotidiana frequentazione, se non altro per
via telematica e telefonica (le mie condizioni di salute non mi permettono altro
perché avendo l’asbestosi debbo rimanere quasi tutta la giornata disteso sul
letto per evitare tra l’altro che aumenti il ritmo del battito cardiaco, già
oltre la soglia, e perché avverto dispnea, e soffocamento), che effettivamente
anche grazie all’opera e all’impegno delle Superiori Gerarchie è in atto la
bonifica delle caserme dalla presenza di amianto.
Certo molte debbono
essere ancora bonificate ma almeno si è iniziato a farlo, in modo costante e
deciso e di questo La ringrazio, in modo che quando lascerò questa vita,
purtroppo assai presto, per quello che mi dicono i sanitari, almeno potrò dire
che la mia morte potrà servire a qualche cosa.
La lucida
consapevolezza della mia fine, che come dicono i sanitari arriverà per arresto
cardiocircolatorio (infatti l’asbestosi ha determinato seri problemi di
funzionalità cardiaca, e non a caso l’art. 4 della l. 780/75, per i dipendenti
privati sancisce la indennizzabilità anche delle patologie cardiocircolatorie
per coloro che sono affetti da asbestosi), e la tragedia legata al fatto che ho
tre figli, di cui gli ultimi due in tenera età, Anna di sette anni e Matteo di
17 mesi, che purtroppo rimarranno solo con la madre e cioè con mia moglie che
peraltro è affetta da Sclerosi Multipla e Morbo di Basedow, non mi impedisce di
mantenere quella saldezza e quella speranza, e anche quella forza che mi ha
infuso il servizio, che ho prestato nella Guardia di Finanza per quasi un
quarto di secolo.
La imploro dunque di
proseguire questa attività di bonifica e di decontaminazione delle Caserme ma
Le chiedo pure di non lasciarci soli, di non lasciare soli i ragazzi che
rimarranno orfani per il fatto che non siamo stati avvertiti della presenza del
minerale killer e del fatto che bastassero poche fibre per contrarre il tumore.
Le dico solo che ho
fatto servizio in caserme con presenza di amianto, che sono stato impiegato di
servizio in luoghi dove giacevano, perché sequestrati, materiali di amianto,
senza alcuna protezione. L’amianto era presente anche nelle camerate.
La prego dunque lo
faccia per tutti quei miei colleghi che ancora non si sono ammalati e disponga
che il Corpo glorioso della Guardia di Finanza disponga qualche mezzo di
assistenza per gli orfani, specialmente i minorenni per il tempo successivo
alla morte dei loro cari, per via delle patologie asbesto correlate e di altre
patologie professionali che abbiamo contratto nello svolgimento del nostro
dovere.
La ringrazio
anticipatamente per l’attenzione che mi Vorrà dare, anche nel caso in cui
ritenesse di non dover accogliere questa supplica, valga comunque con il segno
della mia stima personale di tutti gli altri Colleghi malati di patologie
asbesto correlate e dei familiari di quelli che sono deceduti, l’augurio di un
buon lavoro.
Sabaudia, 15.10.2014.
Sig. Antonio Dal Cin
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