Riportiamo la missiva dell'Onorevole Carlo Sibilia del Movimento 5 Stelle sulla vergognosa realtà nata dal dramma dell'Isochimica in Irpinia...
Lettera aperta al Ministro
Poletti
Gentile Ministro Poletti,
Le scrivo a proposito della
drammatica situazione degli ex dipendenti della Isochimica di Avellino, che,
affetti da patologie asbesto-correlate contratte sul luogo di lavoro, non
possono accedere al pensionamento anticipato in virtù della legislazione
vigente.
La vicenda è tristemente nota e
parte agli inizi degli anni ’80 quando circa 300 operai di quella che sarà
ribattezzata “la fabbrica dei veleni” furono assunti per scoibentare carrozze e
vagoni di proprietà di Ferrovie dello Stato, cioè per grattare dai pannelli
l’amianto a mani nude, senza abiti da lavoro, solo con una mascherina sul viso,
inalando per otto, dieci ore al giorno fibre pericolose per la salute umana.
Erano poco più che ventenni.
Molti di loro, rientrando a casa
la sera, abbracciavano i propri figli avendo addosso i vestiti con cui avevano
lavorato. In più di dieci ci hanno già lasciato. La maggior parte degli altri è
ammalata senza possibilità di guarigione.
Lo stabilimento è stato chiuso
nel 1989 ma ancora oggi la città di Avellino è in attesa di una bonifica del
sito nonostante sia in corso una pesante indagine da parte della Procura della Repubblica per disastro ambientale. La popolazione residente di Borgo
Ferrovia, il popoloso quartiere su cui insiste l’Isochimica, aspetta che sia
effettuato un testing medico-sanitario per monitorare le proprie condizioni di
salute.
In questo scenario c’è la
questione delicata ed urgente del prepensionamento dei lavoratori per la quale
il la Camera dei Deputati da oltre un anno ha prodotto molti atti, non ultime
due proposte di legge, una risoluzione in Commissione #Lavoro e la mozione
unitaria sull’amianto votata all’unanimità nel giugno scorso.
L’Isochimica è l’emblema di
altri casi italiani che gridano ugualmente giustizia: è singolare, per non dire
incomprensibile, che uomini e donne che si sono ammalati facendo il proprio
dovere, debbano continuare a lavorare per garantirsi le cure necessarie e assicurare
il sostentamento alle proprie famiglie.
Aggiungere ora a quelli già
prodotti altri atti ufficiali o attendere ulteriore tempo sarebbe inutile e
forse dannoso.
In qualità di cittadino italiano,
di parlamentare avellinese e di uomo Le chiedo di incontrare il prima possibile
una delegazione di lavoratori, insieme ai deputati e senatori irpini o,
comunque, nei modi che riterrà più opportuni, per discutere delle modalità e
dei tempi per accedere al meritato prepensionamento. L’esasperazione per una
vicenda che dura da oltre 30 anni è tanta e gli ex dipendenti della fabbrica
saluterebbero con gioia la presa in carico della loro vicenda con l’ipotesi di
soluzione concreta anche nella prossima Legge di Stabilità. Siamo convinti che
ciò sia possibile. E siamo convinti che tutti gli operai d'Italia che si
trovano in questa situazione abbiano già atteso oltremodo. E’ una scelta di
natura politica su cui sono certo convergeranno tutte le forze parlamentari:
garantire una esistenza dignitosa a persone in difficoltà o lasciarle al loro
inesorabile destino. Credo che la sua risposta sia identica alla mia. Porre
fine a queste palesi ingiustizie è sicuramente uno dei motivi più nobili che ci
spinge a fare il lavoro che facciamo.
Non riuscirci, a mio modo di
vedere, significherebbe mettere in dubbio l'utilità stessa del nostro ruolo in
un momento in cui il nostro Paese ha un grande bisogno di certezze.
Sicuro di un celere e positivo
riscontro, porgo cordiali saluti.
MCNA
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