domenica 27 aprile 2008


In occasione della Giornata Mondiale in Memoria delle VITTIME dell'amianto assassino, sollecitiamo le Istituzioni, i cittadini e tutta la società civile a continuare la battaglia a difesa del diritto alla salute e dell'ambiente.
Questo è il primo anniversario che ricordiamo, con la speranza di ritrovarci tra esattamente un anno per poi poter tirare le somme e riflettere sulle azioni concrete contro l'amianto in Valle Caudina.

GIUSTIZIA PER LE VITTIME DELL'AMIANTO!
GIUSTIZIA CONTRO GLI ASSASSINI E I LORO COMPLICI!
GIUSTIZIA PER LE NUOVE GENERAZIONI!

Movimento Caudino No Amianto

sabato 26 aprile 2008

Emergenza ambiente - Tutela e responsabilità: Il contributo delle grandi tradizioni religiose

Non c’è pace tra le nazioni senza pace tra le religioni; non c’è pace tra le religioni senza dialogo tra le religioni; non c’è dialogo tra le religioni senza criteri etici globali;non c’è sopravvivenza del nostro globo senza un ethos globale, senza un’etica mondiale” H. Kung

L'Associazione LIBRA organizza il convegno EMERGENZA AMBIENTE - TUTELA E RESPONSABILITA': Il contributo delle grandi tradizioni religiose

con il patrocinio di:
Comune di Cervinara

Domenica 27 Aprile 2008
h. 16.00
c/o Sala Auditorium
Comune di Cervinara (AV)
Via Rettifilo

Il male che non scompare



Il Ramo d’Oro Editore
NOVITÀ EDITORIALE
Enrico Bullian, Il male che non scompare. Storia e conseguenze dell’uso dell’amianto nell’Italia contemporanea, Trieste, Il Ramo d’Oro Editore, 2008, p. 368, Euro 16,00.



Il libro tratta la complessa emergenza che si è creata in conseguenza dell’utilizzo dell’amianto in Italia e nel mondo lungo il corso del Novecento. Il minerale, reperibile sul mercato a basso costo, fu usato in ogni Paese industrializzato, anche se già a inizio Novecento si conosceva la nocività dell’asbesto (sinonimo di amianto) e negli anni Venti si appurò che le fibre inalate dai lavoratori, una volta depositate nei polmoni, provocano l’asbestosi, patologia respiratoria che può causare la morte. Ciononostante, per gran parte del Ventesimo secolo, i lavoratori furono continuamente esposti a concentrazione elevate di fibre di asbesto. Alcune norme generali di tutela dalle polveri – comunque –esistevano già dagli anni Venti e furono aggiornate negli anni Cinquanta. Prevedevano che il datore di lavoro fornisse ai propri dipendenti i mezzi di protezione individuale (le maschere) e collettiva (gli aspiratori con filtri), nonché garantisse la corretta informazione dei lavoratori sui rischi che subivano a causa del contatto con materiali insalubri. L’asbestosi, dal 1943, era riconosciuta dal legislatore malattia professionale risarcibile, dal momento che poteva provocare invalidità permanenti o addirittura decessi. Nel corso degli anni Sessanta fu definitivamente accertata la cancerogenicità del minerale, responsabile di neoplasie particolarmente virulente e a diagnosi infausta: il mesotelioma e il carcinoma polmonare. A fronte di queste consapevolezze “teoriche”, nelle fabbriche, le misure sulla sicurezza furono quasi sempre violate: le tante testimonianze dei lavoratori dei cantieri navali, delle industrie del cemento-amianto e dell’edilizia, degli stabilimenti di costruzione e riparazione delle carrozze ferroviarie, della miniera di Balangero concordano e confermano questo quadro generale. Solamente nel 1992 il Parlamento italiano emanò la legge 257 che – finalmente – mise al bando l’amianto, mentre fino all’inizio degli anni Ottanta erano incessantemente aumentate le tonnellate impiegate all’interno del ciclo produttivo. Risultato: oggi si registrano quasi quattromila decessi asbesto correlati all’anno in Italia, circa undici al giorno, con tempi di latenza che superano anche i quarant’anni. Questo quadro sintetico e semplificato (ma nel libro viene ampiamente approfondito) è utile per infrangere quel “muro di gomma” che avvolge questa autentica tragedia. Il volume è introdotto dai Senatori Felice Casson e Antonio Pizzinato.


Materiale inviato dall'Area Critica Comunista Valle Caudina

Anniversario Giornata Mondiale delle vittime dell’amianto (28 aprile).

Ogni volta che c’è stata una rivoluzione industriale, si sono “scoperti” presto o a distanza di anni i danni sanitari ed ambientali. Mai, o quasi, si è operato perché prima si considerassero i rischi e si agisse di conseguenza. Questo perché ha prevalso la logica del profitto, degli interessi, mascherato dietro l’idea di progresso.
Quattromila morti all’anno e 32 milioni di tonnellate da smaltire solo in Italia, 100mila vittime e 2.130.000 tonnellate utilizzate in tutto il mondo: parliamo dell’amianto, una sostanza sempre attuale per la sua diffusione e la sua pericolosità.
In Italia una legge del 1992 vieta l’estrazione e la produzione dell’amianto, in Europa questi divieti diventeranno operativi a partire dal primo gennaio 2009. Ma proprio nella comunità Europea – dato il lungo periodo di latenza della malattia – è previsto che il numero dei decessi cresca dalle 5mila vittime del 1998 alle 9mila e più del 2018.
L’Aiea (Agenzia italiana esposti amianto) circa tre anni fa ha inviò una lettera agli Ambasciatori in Italia dei maggiori produttori di amianto nel mondo (la Russia con 700mila tonnellate, la Cina 459mila, il Canada con 355mila, 280mila Kazakistan e 170mila in Brasile) affinché portassero all’attenzione dei rispettivi governi il problema-amianto, al fine di vietare l’estrazione e la commercializzazione e a progettare un programma di bonifica e, nello stesso tempo, a stanziare fondi per risarcire le vittime. La lettera concludeva “ogni 5 minuti muore una persona a causa dell’amianto. E questo potrebbe essere vietato”
L’Aiea ricostruita da Medicina Democratica celebra la “Giornata mondiale delle vittime dell’amianto” il 28 aprile. La giornata fu stabilità il 28 gennaio 2005 a Porte Alegre (Brasile), durante il Forum Mondiale dell’aminato, successivamente confermato alla Conferenza Europea sull’amianto del 22/23 settembre 2005.
La nostra comunità ha un “Osservatorio ambientale” costituito con delibera del consiglio comunale numero 25 del 30/06/2006. Tale organismo si è riunito due volte. Nella la prima riunione - 10 febbario 2007 -: furono elencati gli obiettivi da attuare. La seconda riunione, convocata il 23 giugno 2007, registrò solo la presenza di quattro persone, compreso l’Assessore all’Ambiente del Comune di Cervinara che ritenne opportuno rinviare la discussione impegnandosi a convocare di nuovo l’osservatorio. Ad oggi , però, tutto si è fermato.
Cari amici ho riportato ciò per farvi capire che una maggioranza della classe politica e culturale del nostro paese non ha interesse a risolvere tali problemi, probabilmente e interessato ad altro. Dell’ambiente ci si preoccupa solo per rimediare alle scelte sbagliate. Bisogna, invece, agire esattamente al contrario: come prima cosa, valutare ciò che occorre fare (o, moltissime volte non fare).
Io credo che solo attraverso una presa di coscienza da parte di tutti e in primo luogo di un ruolo effettivo delle istituzioni è possibile recuperare il terreno perduto e dare dignità all’ambiente e a tutti i cittadini. La parola deve tornare alla politica vera fatta non di menzogne, di furbizie, ma di azioni concrete per riannodare il rapporto tra cittadini e le istituzioni.
Sui metodi ritengo giuste le tre fasi da voi individuate: informazione, formazione e reazione, aggiungendo che bisogna utilizzare anche gli organi di informazione locali e nazionale per mettere in campo una denuncia forte e incominciare a far intervenire dove non ci sono le risposte le autorità giudiziarie per quella “legalità organizzativa” che è senz’altro la necessaria base sociale dalla quale partire per sconfiggere i cosiddetti pirati dell’ambiente.


Cari amici, vi allego un brano tratto dalla libro di F. Carnevale e E. Chellini, "Amianto. Miracoli, virtù, vizi ", ed. Tosca, Firenze 1992
L'amianto nella storia
Dall'antichità fino all'epoca moderna, l'amianto è stato usato per scopi "magici" e "rituali".I Persiani e anche i Romani disponevano di manufatti in amianto per avvolgere i cadaveri da cremare, allo scopo di ottenere ceneri più pure e chiare. Una credenza popolare diceva che l'amianto fosse la "lana della salamandra", l'animale che per questo poteva sfidare il fuoco senza danno.
Marco Polo ne Il Milione sfata questa leggenda e racconta che nella provincia cinese di Chingitalas, filando questo minerale si otteneva un tessuto impiegato per confezionare tovaglie.
Risale al '600 la ricetta del medico naturalista Boezio che dimostra l'uso dell'amianto nelle medicine dell'epoca.
"Dall'asbesto si fa spesso un unguento miracoloso per il lattime e per le ulcerazioni delle gambe. Si prendono quattro once di asbesto, due once di piombo, due once di ruta e vengono bruciate, quindi ridotte in polvere vengono macerate in un recipiente di vetro con l'aceto ed ogni giorno, per una volta al giorno per un mese l'impasto viene agitato; dopo un mese si deve far bollire per un'ora e lo si lascia riposare finchè non diventi chiaro: poi si mescola una dose di codesto aceto bianco con una ugual dose di olio di rosa finchè l'unguento sia ben amalgamato: allora si unge tutto il capo del fanciullo per farlo rapidamente guarire: per la scabbia e le vene varicose le parti vengono unte al tramonto finchè non sopravvenga la guarigione. Se questo minerale viene sciolto con acqua e zucchero e se ne somministra una piccola dose al mattino tutti i giorni alla donna quando ha perdite bianche, guarisce subito".
L'amianto è rimasto presente nei farmaci sino ai recenti anni '60 per due tipi di preparati: una polvere contro la sudorazione dei piedi ed una pasta dentaria per le otturazioni.
La prima utilizzazione dell'amianto da parte dell'industria risale agli ultimi decenni dell'800. L'incremento nell'estrazione e nell'impiego (e quindi nel suo accumulo progressivo nell'ambiente di vita e di lavoro) è ben illustrato dalla seguente tabella proposta da I. J. Selikoff e che riguarda la situazione degli Stati Uniti d'America. Il consumo è espresso in tonnellate, la prima cifra si riferisce al consumo nel decennio, la seconda cifra dà il valore cumulativo dei consumi a partire dal primo decennio considerato.

DECENNIO - CONSUMO - TOTALE
1890-1899 - 64.500 - 64.500
1900-1909 - 265.000 - 329.500
1910-1919 - 986.000 - 1.316.000
1920-1929 - 1.995.500 - 3.315.000
1930-1939 - 1.880.000 - 5.195.000
1940-1949 - 4.654.000 - 9.849.500
1950-1959 - 7.417.000 - 17.266.500
1960-1969 - 7.561.000 - 24.827.500

La tendenza alla crescita si è interrotta decisamente soltanto a partire dalla seconda metà degli anni '70.
Grande clamore ebbe nel 1903, in seguito ad un incendio che aveva causato 83 morti, la sostituzione nella Metropolitana di Parigi di materiali infiammabili o che producevano scintille, con manufatti contenenti amianto, compresi i freni delle carrozze. Lo stesso avvenne nella metropolitana di Londra e poi nel 1932 per la coibentazione del translatlantico Queen Mary. Questi eventi furono molto reclamizzati tanto da indurre una eccessiva confidenza con l'amianto fino a favorirne una massiccia diffusione in scuole, ospedali, palestre, cinema oltre che in tutti i settori industriali. In Italia, nella seconda metà degli anni '50, si coibentarono con l'amianto le carrozze ferroviarie, fino ad allora isolate con sughero. Nel 1893 inizia in Austria la produzione del cemento-amianto. Nel 1912 un ingegnere italiano costruisce per primo una macchina per la produzione di tubi in cemento-amianto. La produzione e l'uso di manufatti in cemento-amianto per l'edilizia sono aumentati fino ad alcuni anni fa.


Cervinara 24 aprile 2008 Il Portavoce dell’A.C.C.
Luca Servodio

giovedì 24 aprile 2008

Materiale inviato da Pasquale Russo (Il Sannio Quotidiano)


Pubblichiamo la foto e l'email inviataci da Pasquale Russo, giornalista de "Il Sannio Quotidiano". In più, ecco i suoi articoli che toccano la tematica dell'amanto, stavolta abbandonato nei pressi dello Stadio Canada di Cervinara:
"Cari amici, vi segnalo la presenza di amianto abbandonato nel parcheggio del campo sportivo e lungo la strada che da Ferrari porta a S.Potito, all'altezza dell'ex sede del comune. Nonostante gli articoli pubblicati che vi allego, nessuno è intervenuto ed il materiale è ancora lì. Vedete se voi potete fare qualcosa di più. Saluti, Pasquale Russo"

Tratto da "Il Sannio Quotidiano" - periodo marzo 2008:
CERVINARA: PERICOLO AMIANTO, ANCORA MATERIALE ABBANDONATO
.
(Pasquale Russo) L’appello diffida del Sindaco Cioffi di alcuni giorni fa sembra essere caduto nel vuoto, il problema relativo alla presenza di amianto sull’intero territorio di Cervinara si ripropone in maniera evidente. Incuranti dei rischi che derivano dalla movimentazione, senza le opportune precauzioni, di questo materiale, i soliti cittadini lo abbandonano indisturbati e senza nessun ritegno dove possono. Dopo la zona industriale ora è stato preso di mira lo spazio antistante il campo sportivo “Canada” nei pressi del cimitero. Oltre ai soliti sacchetti di rifiuti, a televisori, frigoriferi e computer, ora fanno bella mostra anche dei fogli e dei tubi di eternit, materiali che ovviamente contengono amianto e che in passato venivano utilizzati per la copertura di piccoli spazi e per scarichi fognari. Materiali lasciati in quella zona nonostante essa sia occupata dal cantiere che si sta occupando della ristrutturazione del campo sportivo. Le lastre sono la da alcuni giorni senza che nessuno abbia provveduto a informare le autorità comunali. Quello della presenza di importanti quantitativi di amianto sul territorio cervinarese è un problema denunciato ripetutamente da molti cittadini. Per questo è nata anche un’associazione caudina No Amianto, che opera on line, e che con una sorta di caccia la tesoro chiede la collaborazione di tutti per denunciare la presenza di questo pericoloso materiale. Di fronte a tantissime denunce l’Amministrazione Comunale ha effettuato attraverso l’Asl, un monitoraggio dell’intero territorio comunale per una mappatura della presenza di amianto. I risultati hanno confermato quanto denunciato, tanto che il Sindaco Cioffi, alcuni giorni fa con un’ordinanza ha diffidato chiunque a rimuovere attraverso il fai da te questi materiali, invitando a denunciare alle autorità comunali la presenza d amianto. Ora l’abbandono irresponsabile di questi materiali, con grave pericolo per la salute pubblica, impongono una stretta con controlli e esemplari provvedimenti per i colpevoli.

Tratto da "Il Sannio Quotidiano" - periodo aprile 2008:
CERVINARA: PERICOLO AMIANTO, A DISTANZA DI CIRCA UN MESE NON ANCORA RIMOSSO L’AMIANTO NEL PIAZZALE ANTISTANTE IL CAMPO SPORTIVO.
(Pasquale Russo) A circa un mese dalla nostra denuncia, sulla presenza di lastre di eternit, contenenti amianto, nel piazzale antistante il campo sportivo di Cervinara, il cumulo del materiale è ancora depositato nello stesso punto. La cosa più sconcertante è che nel frattempo si è provveduto a ripulire l’area, che era diventata una discarica a cielo aperto, accumulando rifiuti di ogni tipo in una zona marginale del piazzale, alcuni dei quali sono stati anche incendiati, si presume, in attesa di essere portati in discarica . Invece il materiale più pericoloso, l’amianto che si trova proprio al centro dell’area, a ridosso del cantiere dove sono in corso i lavori di ristrutturazione del campo sportivo, resta lì, ovviamente con i rischi per la salute che facilmente si possono immaginare. A questo punto anche l’appello diffida del Sindaco Cioffi dello scorso mese sembra essere caduto nel vuoto, il problema relativo alla presenza di amianto sull’intero territorio di Cervinara si ripropone in maniera evidente. Incuranti dei rischi che derivano dalla movimentazione, senza le opportune precauzioni, di questo materiale, i soliti cittadini lo abbandonano indisturbati e senza che nessuno contesti questo evidente reato. Dopo la zona industriale ora ad essere prese di mira sono spazi nei pressi del centro abitato, zone frequentate e di passaggio, una vera e propria sfida che chi di dovere dovrebbe contrastare. Quello della presenza di importanti quantitativi di amianto sul territorio cervinarese è un problema denunciato ripetutamente da molti cittadini. E’ nata anche un’associazione, e sorprende che di questo problema del campo sportivo, l’’associazione caudina No Amianto non si sia fatta ancora carico. Come sorprende che il Comune, tanto puntuale a monitorare la presenza di amianto sul territorio comunale insieme all’Asl non intervenga con la stessa efficacia.

Corriere dell'Irpinia 22 aprile 2008


sabato 19 aprile 2008

APPELLO!APPELLO!APPELLO!APPELLO!

NASCE UFFICIALMENTE -DETESTO ABSESTO-

Oggi 19 Aprile 2008 lanciamo in rete il nostro organo di INFORMAZIONE, FORMAZIONE E REAZIONE sulla guerra all'amianto in Valle Caudina e oltre.

Con questo comunicato invitiamo, ufficialmente, tutti i singoli, le associazioni ed i partiti politici ad inviare all'indirizzo di posta elettronica ( noamianto@libero.it ) la propria adesione, entro 7 giorni, per dar vita alla REDAZIONE di

"DETESTO ABSESTO".

Ribadiamo, inoltre, l'apertura a 360° a tutti coloro che hanno a cuore la questione ambientale e scavalcano, di fatto, gli steccati ideologici per combattere e vincere questa battaglia orientata, innanzitutto, al FUTURO della Nostra/Vostra nuova generazione.



Movimento Caudino No Amianto