Anniversario Giornata Mondiale delle vittime dell’amianto (28 aprile).
Ogni volta che c’è stata una rivoluzione industriale, si sono “scoperti” presto o a distanza di anni i danni sanitari ed ambientali. Mai, o quasi, si è operato perché prima si considerassero i rischi e si agisse di conseguenza. Questo perché ha prevalso la logica del profitto, degli interessi, mascherato dietro l’idea di progresso.
Quattromila morti all’anno e 32 milioni di tonnellate da smaltire solo in Italia, 100mila vittime e 2.130.000 tonnellate utilizzate in tutto il mondo: parliamo dell’amianto, una sostanza sempre attuale per la sua diffusione e la sua pericolosità.
In Italia una legge del 1992 vieta l’estrazione e la produzione dell’amianto, in Europa questi divieti diventeranno operativi a partire dal primo gennaio 2009. Ma proprio nella comunità Europea – dato il lungo periodo di latenza della malattia – è previsto che il numero dei decessi cresca dalle 5mila vittime del 1998 alle 9mila e più del 2018.
L’Aiea (Agenzia italiana esposti amianto) circa tre anni fa ha inviò una lettera agli Ambasciatori in Italia dei maggiori produttori di amianto nel mondo (la Russia con 700mila tonnellate, la Cina 459mila, il Canada con 355mila, 280mila Kazakistan e 170mila in Brasile) affinché portassero all’attenzione dei rispettivi governi il problema-amianto, al fine di vietare l’estrazione e la commercializzazione e a progettare un programma di bonifica e, nello stesso tempo, a stanziare fondi per risarcire le vittime. La lettera concludeva “ogni 5 minuti muore una persona a causa dell’amianto. E questo potrebbe essere vietato”
L’Aiea ricostruita da Medicina Democratica celebra la “Giornata mondiale delle vittime dell’amianto” il 28 aprile. La giornata fu stabilità il 28 gennaio 2005 a Porte Alegre (Brasile), durante il Forum Mondiale dell’aminato, successivamente confermato alla Conferenza Europea sull’amianto del 22/23 settembre 2005.
La nostra comunità ha un “Osservatorio ambientale” costituito con delibera del consiglio comunale numero 25 del 30/06/2006. Tale organismo si è riunito due volte. Nella la prima riunione - 10 febbario 2007 -: furono elencati gli obiettivi da attuare. La seconda riunione, convocata il 23 giugno 2007, registrò solo la presenza di quattro persone, compreso l’Assessore all’Ambiente del Comune di Cervinara che ritenne opportuno rinviare la discussione impegnandosi a convocare di nuovo l’osservatorio. Ad oggi , però, tutto si è fermato.
Cari amici ho riportato ciò per farvi capire che una maggioranza della classe politica e culturale del nostro paese non ha interesse a risolvere tali problemi, probabilmente e interessato ad altro. Dell’ambiente ci si preoccupa solo per rimediare alle scelte sbagliate. Bisogna, invece, agire esattamente al contrario: come prima cosa, valutare ciò che occorre fare (o, moltissime volte non fare).
Io credo che solo attraverso una presa di coscienza da parte di tutti e in primo luogo di un ruolo effettivo delle istituzioni è possibile recuperare il terreno perduto e dare dignità all’ambiente e a tutti i cittadini. La parola deve tornare alla politica vera fatta non di menzogne, di furbizie, ma di azioni concrete per riannodare il rapporto tra cittadini e le istituzioni.
Sui metodi ritengo giuste le tre fasi da voi individuate: informazione, formazione e reazione, aggiungendo che bisogna utilizzare anche gli organi di informazione locali e nazionale per mettere in campo una denuncia forte e incominciare a far intervenire dove non ci sono le risposte le autorità giudiziarie per quella “legalità organizzativa” che è senz’altro la necessaria base sociale dalla quale partire per sconfiggere i cosiddetti pirati dell’ambiente.
Cari amici, vi allego un brano tratto dalla libro di F. Carnevale e E. Chellini, "Amianto. Miracoli, virtù, vizi ", ed. Tosca, Firenze 1992
L'amianto nella storia
Dall'antichità fino all'epoca moderna, l'amianto è stato usato per scopi "magici" e "rituali".I Persiani e anche i Romani disponevano di manufatti in amianto per avvolgere i cadaveri da cremare, allo scopo di ottenere ceneri più pure e chiare. Una credenza popolare diceva che l'amianto fosse la "lana della salamandra", l'animale che per questo poteva sfidare il fuoco senza danno.
Marco Polo ne Il Milione sfata questa leggenda e racconta che nella provincia cinese di Chingitalas, filando questo minerale si otteneva un tessuto impiegato per confezionare tovaglie.
Risale al '600 la ricetta del medico naturalista Boezio che dimostra l'uso dell'amianto nelle medicine dell'epoca.
"Dall'asbesto si fa spesso un unguento miracoloso per il lattime e per le ulcerazioni delle gambe. Si prendono quattro once di asbesto, due once di piombo, due once di ruta e vengono bruciate, quindi ridotte in polvere vengono macerate in un recipiente di vetro con l'aceto ed ogni giorno, per una volta al giorno per un mese l'impasto viene agitato; dopo un mese si deve far bollire per un'ora e lo si lascia riposare finchè non diventi chiaro: poi si mescola una dose di codesto aceto bianco con una ugual dose di olio di rosa finchè l'unguento sia ben amalgamato: allora si unge tutto il capo del fanciullo per farlo rapidamente guarire: per la scabbia e le vene varicose le parti vengono unte al tramonto finchè non sopravvenga la guarigione. Se questo minerale viene sciolto con acqua e zucchero e se ne somministra una piccola dose al mattino tutti i giorni alla donna quando ha perdite bianche, guarisce subito".
L'amianto è rimasto presente nei farmaci sino ai recenti anni '60 per due tipi di preparati: una polvere contro la sudorazione dei piedi ed una pasta dentaria per le otturazioni.
La prima utilizzazione dell'amianto da parte dell'industria risale agli ultimi decenni dell'800. L'incremento nell'estrazione e nell'impiego (e quindi nel suo accumulo progressivo nell'ambiente di vita e di lavoro) è ben illustrato dalla seguente tabella proposta da I. J. Selikoff e che riguarda la situazione degli Stati Uniti d'America. Il consumo è espresso in tonnellate, la prima cifra si riferisce al consumo nel decennio, la seconda cifra dà il valore cumulativo dei consumi a partire dal primo decennio considerato.
DECENNIO - CONSUMO - TOTALE
1890-1899 - 64.500 - 64.500
1900-1909 - 265.000 - 329.500
1910-1919 - 986.000 - 1.316.000
1920-1929 - 1.995.500 - 3.315.000
1930-1939 - 1.880.000 - 5.195.000
1940-1949 - 4.654.000 - 9.849.500
1950-1959 - 7.417.000 - 17.266.500
1960-1969 - 7.561.000 - 24.827.500
La tendenza alla crescita si è interrotta decisamente soltanto a partire dalla seconda metà degli anni '70.
Grande clamore ebbe nel 1903, in seguito ad un incendio che aveva causato 83 morti, la sostituzione nella Metropolitana di Parigi di materiali infiammabili o che producevano scintille, con manufatti contenenti amianto, compresi i freni delle carrozze. Lo stesso avvenne nella metropolitana di Londra e poi nel 1932 per la coibentazione del translatlantico Queen Mary. Questi eventi furono molto reclamizzati tanto da indurre una eccessiva confidenza con l'amianto fino a favorirne una massiccia diffusione in scuole, ospedali, palestre, cinema oltre che in tutti i settori industriali. In Italia, nella seconda metà degli anni '50, si coibentarono con l'amianto le carrozze ferroviarie, fino ad allora isolate con sughero. Nel 1893 inizia in Austria la produzione del cemento-amianto. Nel 1912 un ingegnere italiano costruisce per primo una macchina per la produzione di tubi in cemento-amianto. La produzione e l'uso di manufatti in cemento-amianto per l'edilizia sono aumentati fino ad alcuni anni fa.
Cervinara 24 aprile 2008 Il Portavoce dell’A.C.C.
Luca Servodio